Per svolgere un buon lavoro
(Dal nostro attivista Rosario Carollo)
Per svolgere un buon
lavoro, ordinato e funzionale bisogna dapprima individuare le competenze
all’interno del Meetup, cioè cosa fare e chi; ma prima
ancora bisogna stabilire e fare chiarezza circa alcuni concetti e considerazioni
di ordine generale: il Meetup di Aci Catena deve offrire servizi alla
cittadinanza ma allo stesso tempo deve essere servito, alimentato dalla
cittadinanza stessa; e poiché la politica è servizio gratuito alla collettività
il Meetup fa politica per la cittadinanza che,
interagendo con essa, le fa fare politica. Semmai, e questo lo si potrà vedere
in seguito, si dovrebbe fare in modo di attivare la collettività in un numero
di persone sempre crescente. Il problema sarà quindi scorgere meccanismi di
produzione di “autostima curiosa ed empatica”, cioè far sentire bene il
cittadino tra altri cittadini e riconoscersi in lui compiendo delle attività
comuni.Siamo ben coscienti, specie alle nostre latitudini, della profonda e storica ritrosia dei cittadini catenoti e più in generale dei Siciliani a svolgere attività comuni e
condivise. Vi è ancora in questi territori una specie di “paura” del confronto
gratuito con l’altro; infatti da noi è ben radicata una
organizzazione sociale di tipo primitivo: cioè il collettivo è costituito da
clan familiari (gruppi minori accomunati soltanto dalla consanguineità).Francamente, ce ne rendiamo conto e questo nel 2015 è molto imbarazzante.L’anti-politica ha sempre
fatto leva sulla fragile condizione di disaggregazione sociale non facendo
nulla per ridurla se non eliminarla completamente; perché un tessuto o
territorio urbano e quindi sociale che poggia sulla mancata condivisione piena
e consapevole è destinato alla dissoluzione.Nei fatti, il tasso di dissoluzione
sociale è anche rappresentato dal numero crescente di aventi diritto al voto di
non esercitare i propri diritti.Anzi il più grande dei diritti, per un
cittadino: l’esercizio della democrazia.
Ma questa consapevolezza, che è il cuore della democrazia e quindi della
libertà, ahimè si sta riducendo sempre di più; invece di aumentare diminuisce.Conseguentemente un tessuto o territorio urbano che poggia sulla
non-condivisione (diffidenza, menefreghismo, atteggiamenti furbeschi), è un
falso tessuto; tutto questo ha favorito soltanto una economia malata, lacerata,
fatta di espedienti senza un solido progetto di programmazione, senza una
prospettiva di sviluppo per le generazioni di oggi e di domani. Imbarazzante è,
infatti, sentir parlare di valorizzazioni di ogni genere da parte di “sedicenti
operatori del settore” formati, in-dottorati, acculturati e quant’altro, che
offrono risposte solo all’anti-politica che li ha irreggimentati, e nominati
per scopi che in realtà sono ben lontani da scopi socio-economici.Attenzione,
dal “loro” punto di vista, da un punto di vista squisitamente legale, tutto è
perfetto.Ma in realtà, “nella” realtà purtroppo tali iniziative non hanno un
effettivo e positivo impatto tra i cittadini; insomma, l’anti-politica vuole e
crea il suo consenso disaggregando e rompendo sul nascere ogni forma di
aggregazione sociale che non corrisponde ai “suoi” principi culturali.L’anti-politica è quindi
una forma di potere per il potere, rivolta a se stessa e non ai cittadini, che
crea servilismo e dipendenza e che rende il cittadino privo di quella libertà
il cui alter-ego è la dignità.Molti giovani hanno intuito questo meccanismo e
molti di loro hanno preferito andare ad esistere presso luoghi in cui la
presenza delle istituzioni democratiche “vissute e condivise” da altre persone
è più forte; è come se i giovani e i meno giovani in cerca di un lavoro
andassero nei “luoghi democratici” in quanto tali, cioè per “integrarsi”.
Infatti nessuno può negare che in fondo, il lavoro qui in Sicilia non manca;
manca semmai quel “collante sociale”, quel sentirsi uguale all’altro, quel
sentirsi parte di qualcosa.Altri
giovani e meno giovani restano nell’isola, si imbevono di tecnologie ad alta
risoluzione, di luoghi in cui il verbo è “se puoi, vuoi” ossia se hai la grana
puoi fare tutto ciò che vuoi; un tempo si diceva “se vuoi, puoi” ossia se hai
le palle escile.Inoltre i giovani hanno un totale dispregio (ma non per colpa
loro) degli spazi pubblici, ignorando perfettamente che quello è frutto di
sacrifici dei loro familiari; sporcano e devastano anche le realizzazioni
dell’anti-politica; altri invece lottano sia per la loro sopravvivenza che per
proporre le cose di cui stiamo parlando.La politica “costruisce” il
cittadino offrendo soluzioni ai problemi collettivi; ed è attraverso
l’individuazione di tali problemi che la politica sana e gratuita diventa “cosa
di tutti”, città, natura, energia, storia, arte, tecnologie sostenibili.Si
deve quindi partire dal basso, iniziare da quei cittadini delusi e ormai
scettici circa la bontà della politica.La sede fisica (del Meetup M5S Aci Catena)...Qui si può organizzare il lavoro che si compierà
fuori.Le competenze saranno: assistenza
scolastica, culturale; effettuare degli incontri con i giovani per
discutere sui problemi del lavoro, della scuola, sull’alimentazione, sulle
altre realtà urbane in Europa, sulle forme artistiche, sulle tecnologie
sostenibili, sui danni fisici di un cattivo stile di vita, sul significato
profondo “del volersi bene”. Insomma
gradualmente prenderli per mano e mostrare loro un mondo migliore, e sempre
migliorabile, in cui essi stessi diventino a loro volta questo mondo e
soprattutto toglierli la loro armatura fatta di scetticismo e di infinita
tristezza e solitudine.Adesso, individuati i problemi
prevalentemente di ordine “partecipativo” a mio modo di vedere, il Meetup sosterrà il cittadino e lo accompagnerà lungo la ricerca
di se stesso, una ricerca anche culturale che miri innanzitutto a risvegliare
in lui il piacere della condivisione.Pertanto la sede diverrà un potente
luogo di elaborazione progettuale mirato alla crescita progressiva di
un’autocoscienza sociale, base questa per ricostruire quel tessuto lacero e
farlo diventare negli anni un tessuto sociale forte e sano.